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Cromoterapia

Cromoterapia

A cura di Anna Fata

La cromoterapia è una forma di cura molto antica, i cui rudimenti erano conosciuti dagli Egizi, dai Greci e dai Romani che praticavano l’elioterapia, cioè l’esposizione diretta ai raggi solari per il trattamento di vari disturbi.

Successivamente nelle diverse tradizioni antiche, sia occidentali, sia orientali ha trovato grande applicazioni nel campo della cura. Ad esempio, in India la medicina ayurvedica ha sempre tenuto conto di come i colori influenzino l'equilibrio dei chakra, i Cinesi affidavano il proprio benessere fisico all'azione dei vari colori, i Greci associavano i colori agli elementi fondamentali, Aria, Fuoco, Acqua, Terra e questi ai quattro “umori” o “fluidi del corpo”, la bile gialla, il sangue rosso, il flegma bianco, la bile nera.

Nel tempo sono stati anche effettuati dei tentativi per individuare delle basi scientifiche per giustificare il presunto potere curativo del colore sulle patologie.

Ad esempio, Dinshah Pestanji Framji Ghadiali inventò la “spettrocromoterapia”, che tramite lo spettrocromo effettuava una terapia che prevedeva per ogni patologia l'utilizzo di luci di colori diversi, unite a prescrizioni dietetiche;  Antonino Sciascia e Niels Finsen, medici e scienziati effettuarono numerose ricerche sulla fototerapia, in particolare crearono una tecnica per curare le cicatrici da vaiolo tramite esposizione alla luce. Grazie alle numerose ricerche e sperimentazioni Finsen ricevette il premio Nobel nel 1903 per le sue scoperte sulla fototerapia nella cura della tubercolosi.

Attualmente la cromoterapia viene definita come una forma di cura complementare, non scientifica né validata,  che si avvale dell’uso dei colori per ristabilire l’equilibrio del corpo e della mente.

Essa non viene approvata nella sua efficacia dalla comunità scientifica perché non permette di escludere eventuali fattori esterni concomitanti o il semplice effetto placebo. Anche se ci possono essere delle ripercussioni emotive e/o psicologiche, questo non pare sufficiente per dimostrarne l’effetto terapeutico per specifiche patologie.

Le stesse scoperte di  Niels Finsen nell'ambito della fototerapia sono difficilmente estendibili alle pratiche cromoterapiche, in quanto riguardano l'intero spettro elettromagnetico, non solo la luce visibile, e sono principalmente basate sulle proprietà battericide della luce. Inoltre, i trattamenti fototerapici oggi non sono più utilizzati perché superati in efficacia dagli antibiotici, anche se hanno dato impulso alla radioterapia e alla sterilizzazione mediante luce ultravioletta.

La coromoterapia non va confusa con la ricerca e le applicazioni specifiche attinenti al campo della psicologia del colore, che oggi trova grande applicazione soprattutto nel neuromarketing e fa leva sulle emozioni per influenzare le percezioni e i comportamenti di acquisto, come testimoniato dalle numerose ricerche, ad esempio, di Eva Heller.

Inoltre, nel campo specifico della ricerca e applicazione psicologica non si può non citare il famoso Test dei Colori di Max Luscher. Esso si basa sull’assunto che la preferenza mostrata verso ciascuna tinta e le reazioni che questa provoca nel soggetto cambiano a seconda degli individui e dei momenti, pertanto il test viene utilizzato come strumento diagnostico dello stato psicofisico del soggetto.

Nello specifico, il Test di Luscher può rivelare: l’immagine che abbiamo di noi stessi; il rapporto sentimentale con il partner; la capacità di reagire alle diverse situazioni; il nostro atteggiamento rispetto al futuro.

Secondo i sostenitori della cromoterapia, invece, i colori aiuterebbero il corpo e la psiche a ritrovare il loro naturale equilibrio e avrebbero effetti fisici e psichici in grado di stimolare il corpo e calmare certi sintomi.

Il colore dipende da tre elementi, sorgente luminosa, occhio e oggetto, ed è una sensazione visiva che si verifica quando determinate onde elettromagnetiche stimolano la retina. La visione del colore è un fenomeno molto complesso ad oggi non ancora del tutto noto. Sembra che sia connessa al paloecervello e al neocervello, mentre la percezione del contrasto pare che sia da attribuirsi alla rodopsina, una sostanza contenuta nei bastoncelli della retina che viene distrutta sotto l’influsso della luce e ricostruita nell’oscurità.

Nella medicina ayurvedica si è soliti abbinare i colori ai chakra, i punti di energia posti in corrispondenza di diverse ghiandole endocrine, che a loro volta si ritiene che siano collegate con il sistema nervoso parasimpatico e autonomo e con la regolazione degli ormoni. Ad ogni chaka pare corrispondere un colore ben preciso, partire dal primo, rosso, secondo arancione, terzo giallo, quarti verde, quinto azzurro, sesto blu, settimo viola o bianco.

Oggi possiamo individuare varie tipologie di cromoterapia: 

  • la cromoterapia classica, che si avvale dell’irradiazione di un colore specifico per un determinato periodo di tempo su una zona del corpo in cui è localizzato un disturbo, oppure in quella corrispondente riflessa;
  • la cromopuntura che consiste nel concentrare l’irradiazione sui punti energetici del corpo più ricettivi (chakra e meridiani);
  • i bagni di luce e di colore in cui si irradia tutto il corpo per un determinato periodo di tempo con un colore specifico;
  • il bagno cromatico in acqua in cui si effettua un bagno in un’acqua che è stata irradiata con una specifica energia;
  • l’acqua solarizzata in cui si assume per via interna dell’acqua naturale posta in un contenitore di vetro bianco irradiata per un periodo di tempo con una luce di un determinato colore;
  • gli alimenti e gli abiti energizzati in cui si irradiano alcuni cibi o indumenti con una luce colorata prima di assumerli o indossarli;
  • la Meditazione secondo tecniche precise di visualizzazione;
  • il massaggio

L’azione della cromoterapia non si esplica a livello di sintomi, ma di riequilibrio energetico, che poi si riflette anche a livello di mente e di corpo. Ogni colore sembra possedere le sue azioni specifiche, le sue indicazioni e controindicazioni, tra i principali: 

  • Viola: epilessia, meningite, crampi, traumi cranici, debolezza renale, insonnia. Effetto anestetico, sedativo, antibatterico e antivirale;
  • Blu: purifica il sangue, contrasta i processi infiammatori (ad es.: laringite, reumatismi, febbre, spasmi), è antisettico, astringente, anestetizzante. Stimola la concentrazione mentale, rilassa, riduce lo stress, l’ansia, l’insonnia, l’irritabilità. Utile per asma, angoscia, vampate nella menopausa, dismenorrea, ipertensione, lombalgia, orticaria, palpitazioni, artrite, tachicardia, ulcera, ustioni;
  • Verde: rilassa, decongestiona, calma. Utile in caso di cefalea, emicrania, palpitazioni, sciatalgia, stress;
  • Giallo: stimola le funzioni digestive, favorisce la concentrazione mentale, l’eliminazione delle tossine. Valido anche in caso di afte, bronchite, colite, diabete, esaurimento nervoso, pertosse, sinusite, stipsi;
  • Arancio: dona energia, stimola la rigenerazione del tessuto nervoso, aumenta la pressione sanguigna, tonifica la respirazione profonda in caso di asma. Efficace in caso di stipsi, per favorire il concepimento nelle donne, per l’anemia, l’arteriosclerosi, per stimolare le difese immunitarie, le funzioni digestive, per contrastare la sonnolenza;
  • Rosso: riscalda il corpo, induce la produzione di adrenalina, la rigenerazione cellulare, favorisce l’apertura, la loquacità, la passionalità. Salutare in caso di malattie da raffreddamento, depressione, astenia, asma, impotenza, ipoglicemia, ipotiroidismo, paresi;
  • Bianco: rivitalizza, rigenera l’organismo, schiarisce la mente;
  • Nero: non indicato per uso terapeutico.

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Anna Fata

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