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Trasformazione dell'intero sè

A cura di Glauco Zanotti

Apparentemente molti di noi desiderano cambiare, desiderano essere più rilassati, più vivi, ma qui risiede il problema basilare della trasformazione umana. Sebbene diciamo di volere un tipo di vita diverso, e magari siamo anche coinvolti in molti progetti per migliorare noi stessi, c'è una parte di noi che ostinatamente resiste a ogni ridirezione basilare della nostra vita. Questa parte di noi che rifiuta di lasciarsi andare è la nostra corazza.

Cos'è la nostra corazza

La chiamiamo corazza perché è quell'aspetto di noi che, avendo paura di possibile dolore, confusione e sofferenza, indurisce e insensibilizza i nostri corpi e mantiene le nostre sensazioni e i nostri pensieri sotto attento controllo. La nostra corazza è l'insieme di tutte quelle posture ben sviluppate per fronteggiare la vita: collo rigido, pancia tirata in dentro, vita molle, lombi dolenti, gambe rigide. Tutti quei sentimenti tenuti a bada: tristezza coperta, rabbia trattenuta, paura paralizzante.

La corazza è costituita da tutte quelle credenze, spesso tacite, che ci controllano: se ci provo avrò successo, se sono cortese con te tu dovresti essere cortese con me, se ti amo mi ami. La cosa essenziale è invece che: se mi amo posso amare, se sono cortese con me posso essere cortese con gli altri, se rispetto i miei sentimenti posso rispettare i sentimenti degli altri. Nelle nostre corazze risiede la differenza fra desiderare qualcosa per noi o per gli altri e volere sinceramente qualcosa per noi o per gli altri.

Osservatevi nel comportamento: sostanzialmente si vuole fare una buona impressione sulla gente. Questo tipo di comportamento diventa una seconda natura messa in moto inconsciamente e funziona bene per noi fino a quando è in grado di proteggerci dal dolore e dalla confusione. Chi ama fare una brutta figura? Normalmente vogliamo esprimere l'immagine migliore di noi stessi. Questa abitudine, che ci viene insegnata fin da bambini, forma una struttura rigida che va a inibire la nostra spontaneità.

Una delle principali difficoltà risiede nel fatto che la nostra corazza è inconscia e mantiene il suo controllo anche quando tentiamo di modificare noi stessi o parti di noi. Quando tentiamo di cambiare il nostro modo di essere e la nostra vita, utilizziamo le nostre posture e i nostri atteggiamenti per fronteggiare problemi già sviluppati e inconsci.

Se per esempio teniamo arcuate eccessivamente le vertebre lombari (questo poi creerà severi dolori alla schiena), cercheremo sollievo facendo esercizi yoga; magari concentrandoci su esercizi che sono più facili da eseguire, come nella posizione del pesce e nella posizione del cobra.

Alla lunga queste posture aumenteranno lo sbilanciamento del nostro corpo procurandoci più dolore. In questo caso un atteggiamento inconscio guiderà il nostro corpo a rinforzare le vecchie posizioni. Insistendo in pratiche di questo genere, trasferiremo una tensione del nostro corpo da un'altra parte del corpo. Per esempio, nel tentativo di raddrizzare la schiena, tenderemo ad incurvare le spalle contraendo così i muscoli del petto.

Tutto è legato alle nostre tensioni

Le tensioni che il nostro corpo accumula ci fanno a volte desiderare dei massaggi rilassanti che, pur rilassando le parti esterne del nostro corpo, tendono però a dirigere le tensioni ancora più in profondità. Non è pensabile massaggiare una parte del corpo senza occuparsi dell'intera struttura. Il corpo non è costituito da un insieme di pezzi, ma bensì da una relazione fra i vari organi, le varie membra.

Spesso, quando dico di essere intenzionato ad esplorare ogni parte del mio corpo e affrontare i miei pensieri e i miei sentimenti, sto usando una parte inconscia della mia corazza. In questa mia affermazione ci potrebbe essere un messaggio implicito: "ci sto provando, ma niente funziona mai per me". A questo punto ci si potrebbe chiedere che genere di approccio e di processo ci può aiutare contro queste difese inconsce e profondamente radicate.

Io ho scoperto, nel lavoro su me stesso e sugli altri, che ciò di cui abbiamo bisogno è un modo d'intervenire sull'intero sé. Sull'unione di ogni parte del corpo: interno e esterno, corpo e mente, emozioni e sentimenti. Agendo su vecchie e rigide posture corporee, si avverte il bisogno di intervenire sulla rigidità dei sentimenti, sui processi di pensiero che li accompagnano e sullo sblocco di emozioni e idee. Abbiamo quindi la necessità di liberare simultaneamente muscoli e tessuti per permettere nuovi e più flessibili movimenti.

L'intervento dell'Integratore Posturale

L'integratore posturale interviene con mani, dita, gomiti mentre la persona emette suoni, si lamenta, può urlare, tirare calci e piangere. Potreste anche vedere l'integratore che culla, sorregge, massaggia la persona, la invita a respirare profondamente o anche semplicemente a entrare in un dialogo che chiarifica sentimenti, idee, mali e dolori.

L'integrazione posturale è quindi un lavoro corporeo in cui l'integratore ruota, sposta strati di tessuto e di muscoli in modo da riorganizzarli come se li volesse far dialogare tra loro. Ma non è un lavoro corporeo nel senso restrittivo, poichè il corpo non viene mai trattato separatamente dalle emozioni e dalla mente. Si tratta il corpo perché esprime la forma immediatamente tangibile del corpo e della mente.

Il potere straordinario dell'integrazione posturale risiede nella volontà del paziente e dell'integratore di lavorare su diversi livelli nello stesso momento. Mentre incontro il corpo e allento le tensioni muscolari profonde, guardo il paziente negli occhi (primo veicolo dell'energia); mentre applico pressione con le mani chiedo alla persona di condividere con me, attraverso suoni, movimenti e parole, ciò che sta avvenendo, sente, vede, percepisce e pensa.

Si potrebbe sollevare l'obiezione che un cambiamento fondamentale del sé deve implicare più di un condividere momentaneo (come il momento del massaggio), indipendentemente da quanto sia unificato fisicamente e emozionalmente. In realtà l'integrazione posturale non è un semplice sollievo momentaneo, anzi in genere al momento non lo è.

E' un processo guidato passo dopo passo dall'integratore, al fine di lavorare, con il vostro sé superficiale, sul sé profondo; regolare e bilanciare il vostro livello di energia; assimilare e comprendere i cambiamenti di cui state avendo esperienza, dopo aver riportato a consapevolezza quelle parti del corpo di cui vi eravate dimenticati e, perché no, anche dei sentimenti.

L'integrazione posturale è quindi composta di tanti momenti a diversi livelli che cominciano e si interrompono alla fine di ogni incontro: gli effetti e la conoscenza di sé non finiscono mai, ma possono essere riconquistati per sempre.

 

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Le informazioni contenute nel sito hanno esclusivamente scopo informativo e culturale. In nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire cure mediche, psicologiche o psicoterapeutiche.

Glauco Zanotti

Glauco Zanotti (Milano, 1952) nel 1988 è stato iniziato alla pratica dello Yoga alla scuola di Angela Rainis.

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