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Ipnosi e Training Autogeno

Training Autogeno

A cura di Anna Fata

Il Training Autogeno venne elaborato da J.H. Schultz all’inizio del 1900. Egli si ispirò agli studi di Oskar Vogt sull’ipnosi e l’autoipnosi, una condizione di “deconnessione” propria dello stato ipnotico su sé stessi e raggiunta da soli che comporta distensione, calma e favorisce il recupero psicofisico.

Il T.A. ha proprio l’obiettivo di far raggiungere e realizzare da soli tale deconnessione neuropsichica tipica dell’ipnosi suggestiva. Tale fenomeno è possibile in tutti gli individui psichicamente sani, che siano motivati ad apprendere la tecnica e a metterla in pratica. Esso è caratterizzato da:

  • il consenso della persona alla realizzazione di tale esperienza;
  • la possibilità da parte della stessa di disporre di un certo grado di autonomia;
  • l’atteggiamento del corpo;
  • lo smorzamento delle stimolazioni ambientali;
  • la monotonia nei diversi settori sensoriali;
  • la concentrazione interiore e il raccoglimento;
  • la predominanza della vita riflessa;
  • lo sviluppo di alcuni tipi di automatismi e fenomeni di depersonalizzazione. 

Esistono due serie di esercizi:

  1. gli esercizi inferiori o somatici, in cui la concentrazione è rivolta a particolari sensazioni somatiche;
  2. gli esercizi superiori o psichici, in cui ci si focalizza su specifiche rappresentazioni psichiche.

A loro volta, gli esercizi inferiori sono costituiti dagli esercizi di:

  1. pesantezza: il T.A. consente di raggiungere uno stato di ipotonia sia della muscolatura volontaria, sia di quella delle pareti vascolari;
  2. calore: l’ipotonia, a sua volta, genera una iperemia con aumenti di temperatura locale che possono anche superare 1°C;
  3. respiro: induce l’impressione che il respiro diventi autonomo;
  4. controllo cardiaco: permette di diventare consapevoli del ritmo del proprio battito cardiaco, che risulta calmo e regolare;
  5. plesso solare: consente di realizzare la distensione e di percepire il calore derivante dai propri organi addominali;
  6. fresco alla fronte: si presenta come uno stato di calma, vuoto psichico, pace interiore.

Il T.A. può essere appreso individualmente, oppure in piccoli gruppi, sotto la guida di un operatore appositamente formato.

Per la pratica del T.A. è opportuno un ambiente tranquillo, né troppo caldo, né troppo freddo, scarsamente illuminato, allo scopo di diminuire le stimolazioni esterne.

Si dovrebbero indossare abiti comodi, non eccessivamente costrittivi, né pesanti.

Sono possibili varie posizioni, che favoriscono la distensione muscolare:

  • su una poltrona con uno schienale alto, con il sedile di una lunghezza simile al femore del soggetto, i braccioli che consentano un appoggio passivo delle braccia. Non si devono accavallare, né incrociare le gambe e le braccia e si deve fare in modo che queste non si tocchino tra loro;
  • la posizione del cocchiere a cassetta si può assumere da seduti, anche su uno sgabello, con la parte superiore del tronco flessa in avanti, la colonna vertebrale in ampia cifosi, le gambe divaricate, con un angolo tra esse di circa 75°-80°, gli avambracci abbandonati passivamente sulle cosce, il capo a penzoloni in avanti, nel caso del soggetto brachitipo, all’indietro, nel caso del longilineo;
  • la posizione supina vede la persona sdraiata con il capo leggermente sollevato da un guanciale, un angolo di flessione di 120°-130° tra avambraccio e braccio, le mani appoggiate con le palme, gli arti inferiori non incrociati. In caso di ambiente particolarmente fresco, è bene coprirsi con una coperta, a partire dalle estremità inferiori al torace.

L’esecuzione effettiva degli esercizi inizia con la chiusura degli occhi e la formula della “calma”. A questa prima fase seguono gli esercizi di:

  • pesantezza;
  • calore;
  • cuore;
  • respiro;
  • plesso solare;

Inizialmente, ogni esercizio dovrebbe durare pochi minuti e concludersi con i movimenti di ripresa (flessione ed estensione degli arti su cui è stato svolto l’esercizio, inspirazioni ed espirazioni profonde, apertura degli occhi).

Nel momento in cui si cominciano a padroneggiare gli esercizi, è possibile svolgerli da soli per alcuni minuti 2-3 volte al giorno. Solo l’allenamento costante consente di diventare padroni della tecnica fino al punto in cui sono necessari pochi istanti per indurre un rilassamento psicofisico generalizzato e per protrarre i benefici che esso apporta ben oltre il tempo effettivo di esecuzione dello stesso.

Il T.A. può essere indicato sia per persone sane, sia per persone con alcune patologie fisiche croniche. Nel primo caso esso si rivela utile per:

  • l’autosedazione;
  • l’ipoanalgesia;
  • il recupero delle energie;
  • la preparazione atletica sportiva;
  • l’autoregolazione della temperatura corporea;
  • il miglioramento delle capacità mnemoniche;
  • la formulazione di proponimenti;
  • l’introspezione e la presa di coscienza di sé;
  • ai fini preventivi di ansia, stress e relativi correlati fisici. 

Il T.A. può essere benefico nel caso di patologie specifiche:

  • disturbi funzionali vasomotori (ad es.: ereutrofobia, cioè timore di arrossire);
  • disturbi cardiaci;
  • stati ipertensivi;
  • asma bronchiale;
  • disturbi funzionali dell’apparato digerente;
  • disturbi funzionali ginecologici, urologici, andrologici e sessuali;
  • malattie dermatologiche;
  • disturbi funzionali della deambulazione;
  • bruxismo (cioè digrignamento notturno dei denti);
  • cefalea;
  • vertigini;
  • disturbi del sonno;
  • ansia, stress, fobie;
  • dolori cronici associati a varie patologie (ad es.: reumatiche, oncologiche). 

Le informazioni contenute nel sito hanno esclusivamente scopo informativo e culturale. In nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire cure mediche, psicologiche o psicoterapeutiche.

Anna Fata

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