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Arteterapia per educatori

L'Arteterapia nel processo educativo

A cura di Tatiana Muccioli

Un’Istituzione Educativa, diffonde conoscenze e pratiche circa la verità, la bontà, la giustezza o la bellezza di un determinato agire, coordinando le interazioni tra individui, elaborando un comune e condiviso sfondo di saperi, valorizzando e conferendo stabilità a saperi pratici e storicizzati, identitari di una comunità.

Un’Istituzione plasma le credenze e le condotte della comunità che la abita: ciò comporta l’assunzione della consapevolezza – da parte di chi opera nel mondo dell’educazione - di agire apportando valori positivi e condivisibili.

Se pensiamo al ruolo ad esempio, dei Nidi e delle Scuole dell’Infanzia, esse risultano determinanti nella diffusione di una consapevolezza forte delle competenze dei bambini: il professionista dell’educazione  – attraverso una cura dell’ambiente educativo ecologicamente inteso, in cui far emergere il protagonismo costruttivo dei bambini – ha la facoltà di “contaminare” la cultura degli adulti.

Questo tipo di “programma esperienziale”, si può costruire, tenendo presente quali meraviglie è in grado di apportare l’arte nel processo educativo, se inserita in un contesto capace di accoglierla. (Il bambino competente e creativo esiste, se c’è l’adulto competente e creativo, in grado di stimolare la sua fantasia).

Le Istituzioni Educative sono luoghi di produzione di cultura, in cui i bambini sono protagonisti dei processi di costruzione della realtà, proprio in virtù del fatto che il loro agire è sostenuto e valorizzato da un contesto, progettato per accogliere il prodotto dell’attività, con il quale fare significato, in termini di arte.

Questo processo dinamico, è ovviamente condizionato – grazie alla naturale predisposizione del bambino, ad interagire con tutto ciò che lo circonda – dalla natura dell'ambiente stesso.

Da qui la capacità dell’operatore, di progettare contesti arricchenti, che permettano al bambino di esperire molteplici chiavi di lettura, al fine di superare il mito dell’univocità della realtà.

L’arte intesa come dispositivo pedagogico – ossia insieme strutturato di componenti educativi intenzionalmente predisposti  – è una risorsa essenziale in questo processo. Essa permette, attraverso l’opera risultante dall’atto creativo, di appropriarsi di una prospettiva significativa dell’esperienza comunitaria, attraverso la partecipazione al processo di co-costruzione del prodotto stesso.

L’opera d’arte, raffigura un mondo possibile, una realtà simbolica che penetra l’essenza dell’oggetto, che acquisisce significato solamente quando gli individui che compongono la comunità, ne acquisiscono una consapevolezza affettiva ed intellettiva.

L’impegno educativo si situa perciò anzitutto, nel ripensamento della concezione dei gruppi di bambini che abitano le Istituzioni. Essi non possono semplicisticamente risultare fruitori – più o meno passivi – di conoscenze dispensate, per quanto ben organizzate didatticamente, bensì necessitano di essere concepiti come costruttori della propria conoscenza, all’interno di una comunità che offre opportunità di ricercare significati, negoziare ed apprendere nella relazione.

L’oggetto realizzato, acquisisce valore soltanto in un percorso di condivisione, indipendentemente dal tipo di linguaggio creativo impiegato, sia che esso appartenga alla categoria del linguaggio musicale, piuttosto che verbale o gestuale (nella narrazione e nel teatro) o plastico (nella sfera della pittura o della scultura).   

Quando i bambini riproducono con uno strumento (per esempio la voce) il suono dell’autoambulanza, del treno ecc. l’effetto acustico riprodotto, ne trattiene gli elementi caratteristici, ed essi diventano velocemente patrimonio condiviso dal gruppo, come mezzi rappresentativi ed evocativi di quella specifica esperienza.

In questi casi, siamo di fronte ad un prodotto artistico derivato da un processo creativo di natura musicale che implica una complessa ricerca, competenze nella costruzione e nell’uso espressivo dei linguaggi simbolici, e non per ultimo la consapevolezza della potenzialità della condivisione – all’interno di una comunità linguistica – di un linguaggio simbolico.

Su questa materia è disponibile un Corso OnLine di cui nel video che segue c'è la presentazione


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Tatiana Muccioli

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